Momenti salienti

Le nostre campagne dimostrano che alla fine l’amore vince sempre. Queste sono alcune delle nostre più grandi vittorie (finora!).

Vietate in Germania le “terapie riparative”.

Dopo che oltre 110.000 persone in Germania hanno chiesto di vietare le cosiddette “terapie di conversione” il parlamento tedesco ha finalmente agito nel 2020.

Nel 2018, un gruppo tedesco di fondamentalisti cristiani, l'Associazione per l'orientamento alla vita (LEO), offriva seminari e terapie sostenendo di poter “guarire" lesbiche, gay, bisessuali e transessuali. L’opinione pubblica tedesca ha quindi scoperto con indignazione l’esistenza delle “terapie riparative”.

All Out, insieme ai gruppi tedeschi di attivisti LGBT+ Aktionsbündnis gegen Homophobie e.V. e ENOUGH is ENOUGH! OPEN YOUR MOUTH! si è subito attivata lanciando una petizione per chiedere il divieto di queste pericolose pratiche.

Nel 2019 è nata la coalizione #HomoBrauchtKeineHeilung, frutto dell’unione tra l'attivista Lucas Hawrylak, Change.org e Travestie für Deutschland. Insieme, il 10 aprile 2019, abbiamo consegnato più di 110.000 firme al ministro della Sanità tedesco Jens Spahn.

foto: Change.org

Il giorno dopo, il ministro ha annunciato la creazione di una commissione finalizzata all’abrogazione delle “terapie riparative”.

Il 4 novembre 2019, Jens Spahn ha presentato un disegno di legge in tal senso. Ma la bozza è stata oggetto di critiche perché escludeva dal divieto gli individui fra i 16 e i 18 anni, qualora i terapisti avessero potuto dimostrare che i pazienti avevano compreso appieno la terapia.

Durante il voto, All Out ha continuato a collaborare con la coalizione per far apportare modifiche alla proposta di legge. Alla fine, quella pericolosa esenzione per i giovani di età compresa tra 16 e 18 anni è stata abbandonata.

Un anno dopo la consegna della petizione, la legge è finalmente stata approvata. Il 7 maggio 2020, il Parlamento tedesco ha approvato un divieto parziale delle “terapie riparative”.

La legge vieta sia la pratica delle cosiddette “terapie riparative”, sia la sua pubblicizzazione, "con pene fino a 30.000 euro e un anno di reclusione qualora a tali terapia siano sottoposti” i minorenni.

Sarà inoltre istituito un servizio di consulenza multilingue per le persone sottoposte a “terapie riparative” e coloro che lavorano con la comunità LGBT+.

Purtroppo non tutte le raccomandazioni degli esperti e della società civile sono state incluse nel testo finale. Il disegno di legge non prevede ancora sanzioni per i genitori che sottopongono a “terapie" i figli LGBT+. Il legislatore non ha ritenuto che equivalessero a negligenza genitoriale.

Grazie a tutti coloro che hanno sostenuto la nostra campagna!